Felice
Lentidoro apre l’incontro di inaugurazione della sede Regionale di Cittadinanza
Attiva intitolata a Giuseppe Serratore, primo Segretario regionale del Tribunale
del Malato in Calabria, emozionato per la partecipazione all’evento di moglie,
figlia e nipoti.
«Grazie per l’attenzione che ci date, non era scontata una presenza
del genere, questa sede deve essere un posto aperto a tutti quelli che non
hanno voce, che non hanno ascolto, un ragionamento aperto con le associazioni.
Se riusciamo a metterle tutte insieme, non solo abbiamo più voce, ma qualche
obiettivo lo raggiungiamo. Voglio iniziare parlandovi di un esempio tratto da un
libro di Giovanni Moro, uscito nel 2003: “Educazione civica”, nel quale si
racconta di un paziente cardiopatico che si reca in ospedale per un intervento
prenotato. Passano i primi due giorni senza che venga operato, al terzo giorno inizia
a conteggiare il costo delle giornate di degenza, maggiore di quello
dell’operazione. Inizia allora uno sciopero della fame. Si chiamava Grillo.
Cercano di non fargli portare avanti un’azione del genere anche con la timida
corruzione di un’operazione immediata. Ma resiste. In realtà i fondi destinati ai
macchinari necessari per l’operazione erano stati utilizzati per altro. Alla
fine li comprano e volevano operarlo per primo ma lui era ultimo in lista e per
ultimo è stato operato. In quel momento Grillo ha fatto una rivoluzione. Noi
siamo cittadinanza attiva, ognuno di noi deve farla».
Prende poi la parola il
Sindaco Mascaro: «Abbiamo bisogno di cittadinanza attiva, a parlarne è un
cittadino che due anni fa ha tentato di ricoprire quella che è la più alta
carica istituzionale della città. Quello che mi trovo ad affrontare è peggiore
di quello che si pensa perché le cose non funzionano. Oggi abbiamo la necessità
che i cittadini siano protagonisti assoluti della nazione. Questa Nazione che
tutto intacca tranne i privilegi. Io sono sindaco di una città che racchiude
l’emblema delle criticità e sono solo come un cane e solo vado avanti. O
cambiamo quello che è il sistema Italia oppure non riusciamo a dare i servizi
per come li volete. Cittadinanza attiva deve anche fare un’azione fortissima di
denuncia, indicare il modo di trovare le risorse perché senza di esse non si
può fare nulla. Alcune strutture sono
state mantenute dai politici solo per consenso elettorale. Bisogna impoverirsi
nell’avere cariche istituzionali solo così si può portare avanti l’incarico. È un mondo di ipocrisia, di parata. Il
giorno della consegna alla
Caritas, del bene confiscato al boss Cerra, eravamo in tre a metterci la
faccia. È uno Stato
che disprezza i territori. Un esempio è
stato il bando per le aree degradate, di due tipologie: periferie degradate Vs periferie.
Lamezia Terme ha partecipato con un progetto per l’area degradata di
Capizzaglie.
Il pesce puzza dalla testa.
Il 20 giugno 2017
è stata pubblicata la graduatoria dei 451 progetti risultati ammissibili per
ottenere il finanziamento per la realizzazione di "Interventi per la
riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate”. Ma soltanto
una minima parte riceve il finanziamento perché il fondo, istituito dalla Legge
di Stabilità 2015, è stato ridotto dai 200 milioni di euro iniziali a 78. Sono 46 i “vincitori”. Lamezia
Terme è fuori, arrivata al 58° posto con un punteggio
di 46,75.
Bando periferie degradate Vs Bando periferie
Anche per il
“Bando Periferie” rivolto esclusivamente alle città metropolitane o comuni
capoluogo di provincia è stata pubblicata la Graduatoria. I vincitori sono 24 comuni che si divideranno
gli iniziali 500 milioni di euro stanziati dalla Legge di Stabilità 2016. Le
periferie delle città più grandi non dovranno però preoccuparsi perché, come
annunciato da Renzi, TUTTI i progetti presentati saranno finanziati. Nella legge di Bilancio 2017, infatti, sono
stati aggiunti 1,6 miliardi necessari per finanziare gli altri 96 progetti
presentati. “Quindi togliamo soldi da un bando di serie b per mancanza di
risorse e al contempo aggiungiamo una montagna di euro ad un bando di serie a (a
come “amici”).
Dal sole 24 ore:
“Molti progetti sono di elevata qualità, con sforzo di coordinamento tra
interventi diffusi e contenuti innovativi. Altri appaiono più simili a una
lista di opere pubbliche stilata svuotando i cassetti degli uffici tecnici.
L'obiettivo di fare “presto e bene” forse si poteva meglio raggiungere
premiando ora solo i 24 “migliori”, e lanciando un'altra scadenza per nuovi
progetti con i fondi in arrivo”.
Saranno
finanziati e premiati per esempio 10 progetti che hanno ottenuto il punteggio,
non certo meritevole, di 25 su 100, eppure si spartiranno 120 milioni di euro
di risorse pubbliche. Proprio quei 120 milioni di euro che sono stati tolti al
bando di serie b “Periferie degradate” e che avrebbero potuto premiare quei
comuni non capoluogo di provincia che avevano ottenuto una valutazione dei progetti
superiore a 40 su 100.
Meritocrazia
tutta “politicamente” italiana non c’è che dire!”
È la volta del rappresentante del vescovo: «Anche per me oggi si fanno tantissime chiacchiere e pochissimi fatti. Mi permetto di suggerire qualche considerazione che parta da noi. “Fare i cittadini” è un bel titolo ma non vale. La mentalità qual’ è? fai meno di quello che puoi fare. non è che non ci siano i buoni sentimenti in noi ma c’è la mentalità: “io che ci guadagno?” nella società sembra ci sia il ragionamento di “un arrampicamento in generale” perché se cambiamo non sappiamo dove andiamo. Auguro responsabilità sociale. Di uscire dal proprio egoismo perché se siamo insieme ce la possiamo fare».
E
poi la voce di Don Giacomo Panizza: «Peppe Serratore ha fatto una vita da
sindacalista ma davanti alle persone si dava da fare con i diritti scritti
sulle leggi e quelli ancora non scritti. Secondo me Lamezia Terme ha tanto,
bisogna che la società dica la sua e si organizzi a fare la sua parte. Dobbiamo
fare noi la sanità che manca; non è un problema tra l’ammalato e l’ospedale ma
tra l’ospedale e tutta la comunità. La polis ha bisogno di essere presa in mano
da tutti. Dobbiamo fare politica anche senza partiti. Dobbiamo avere l’arte di
farci governare».
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