Tutti all'ascolto italiani incantati

Ogni fine anno ascoltiamo il discorso del presidente della Repubblica. Un presidente che non solo non scegliamo in generale ma che il passato 31 gennaio 2015, in particolare, è stato eletto da un Parlamento composto, sono parole della Corte di Cassazione, in grave alterazione dei principi di rappresentatività democratica: «i cittadini elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto, personale, eguale, libero e diretto, secondo il paradigma costituzionale, per la oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica, a causa del meccanismo di traduzione dei voti in seggi, intrinsecamente alterato dal premio di maggioranza disegnato dal legislatore del 2005, e a causa della impossibilità per i cittadini elettori di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento».
Ma poco importa perché i parlamentari, persone “dabbene”, prendono decisioni al nostro posto per il nostro bene. Perché: «Non vi è dubbio che in alcuni momenti la parola agli elettori costituisca la strada maestra», ma solo in alcuni momenti, quali siano lo decidono i politicanti. Siamo la strada maestra noi poveri sudditi ma dal 2013, a quanto pare, non abbiamo più questa capacità.
«Con regole contrastanti tra loro chiamare subito gli elettori al voto anticipato sarebbe stato in realtà poco rispettoso nei confronti delle forze politiche e contrario all’interesse del Paese».


Poco rispettoso nei confronti di forze politiche che dal canto loro, invece, ci “rispettano tantissimo”, prendendo decisioni che non solo non ci tutelano ma che addirittura ci danneggiano.
Un esempio per tutti: la Buona scuola. La cui confusione si è palesata sin dai primi giorni, costringendo i dirigenti e i professori ad applicare un orario ridotto per far fronte alla mancanza di insegnanti. Una lesione al diritto allo studio sancito dalla Costituzione alla quale si è aggiunta la più grave mancanza di insegnanti di sostegno. Per non parlare poi degli insegnanti di potenziamento. Docenti che nella riforma avrebbero dovuto curare gli approfondimenti e il potenziamento nelle aree indicate nel piano dell’offerta formativa, che invece nell’atto pratico, vengono utilizzati raramente per le loro competenze ma rimbalzati da una classe all’altra per coprire le ore vuote.

«Con alto rischio di ingovernabilità, risolvere rapidamente la crisi di governo era quindi necessario sia per consentire al parlamento di approvare nuove regole elettorali sia per gestire problemi di grande importanza». 
Perché? Quale governo stabile abbiamo avuto? Solo le stesse facce con qualche lifting in più. E sono ormai quattro i governi non eletti dal popolo (Monti, Letta, Renzi e Gentiloni).
«Va ristabilito un circuito positivo di fiducia a partire dai risparmiatori, i cui diritti sono stati tutelati con il recente decreto-legge». 
Ma gli unici ad essere stati tutelati sono state le banche italiane in dissesto non certo i risparmiatori: sono 130mila quelli che si sono visti azzerare risparmi di una vita, il sogno di un futuro tranquillo mandato in frantumi. Quale governo che non ci ha rispettato dobbiamo rispettare dunque?
E poi il web, «uno strumento che consente di dare a tutti la possibilità di una libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze. Internet è stata e continua ad essere una grande rivoluzione democratica che va preservata da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi». 
Ma non è così soprattutto con la TV? Non è il più utilizzato strumento dei politicanti per falsificare la realtà?
Tante parole ben accostate e nessuna verità: l’elisir degli inganni per gli italiani.





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