RIVOLUZIONE
Articoli e ancora articoli sulla
sanità calabrese. Ricostruiamo il puzzle: la deputata Nesci è il volto di una proposta
di legge che, nelle intenzioni, dovrebbe rivoluzionare la
sanità regionale. Una sanità commissariata ormai da più di sei anni e Lei si
sta battendo per la nuova proposta del Movimento. Proposta
rivoluzionariamente identica ad un testo di legge mai approvato, esistente dal 2012
e presentato da 4 consiglieri regionali dell’allora maggioranza di
centrodestra, guidata dal governatore Giuseppe Scopelliti. Cambia il nome ma il testo è sovrapponibile. La riforma grillina prevede
l’istituzione di tre Aziende sanitarie territoriali (Ast) e di tre Aziende
sanitarie ospedaliere (Aso); stesso schema organizzativo teorizzato
dall’amministrazione di centrodestra.
La deputata
Nesci ha però precisato che «1)
l’idea di quel riassetto era di Scaffidi e non è mai stata portata avanti da
nessuna forza politica presente in Consiglio regionale; 2) il Movimento 5
stelle, che nel Consiglio regionale della Calabria non ha propri eletti, ha
ripreso quell’idea di Scaffidi, riassunta nella relazione introduttiva alla
proposta di legge in argomento, grazie a Laino articolandola in poche semplici
norme, condivise con gli attivisti e i cittadini calabresi, che hanno
contribuito con osservazioni e indicazioni tramite la rete; 3) se il copyright
del testo in questione è di Scaffidi e Laino non vi è motivo per cui ad
appropriarsene debba essere il centrodestra, che semmai ha l’aggravante di non
aver sostenuto il riassetto istituzionale della sanità pensato da Scaffidi, che
a noi sembra un’ottima base per affrontare i nodi
della sanità calabrese».
Ricostruita a grandi linee la
travagliata storia giornalistica adesso la parte più divertente: l’appendice (o
appendicite per restare in tema!!!!!).
TE LA SENTI
“Your feet are too big for his bed” è un detto inglese che sta a
significare “te la senti”, “sei presuntuoso”. E in questo momento appare la
frase più adatta per atteggiamenti di alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle
e pseudo attivisti calabresi che ben si stanno “armonizzando” al sistema
politichese. Il 26 giugno scorso a Lamezia T.
sul corso Numistrano, protagonista è stata la legge sulla sanità calabrese. Le
5000 persone presenti (o addirittura 8500 come alcuni hanno scritto) hanno
ascoltato, attratti dalla presenza di Luigi Di Maio, una proposta di legge che dovrebbe “rivoluzionare”
la sanità regionale. Proposta di legge che, data la
brevità, può essere riguardata un po’. E visto che il Movimento nasce per i
cittadini, con i cittadini, contro una politica sempre più individualista e
lontana dalla gente, date voce ai cittadini che si informano e studiano le
vostre proposte. Se la legge è d’iniziativa popolare abbiamo anche noi il
diritto e il dovere di porre quesiti ed evidenziare mancanze anche se in
ritardo rispetto all’affrettata consultazione della legge aperta il 12 aprile. Chiedendo
ad un infermiere professionale un’opinione al riguardo, spiccano due aspetti:
- la suddivisione in macro aree che consente di diminuire i costi (3 aree Ast + 3 Aso rispetto alle 7 aree sanitarie più tre ospedaliere attuali);
- la separazione della medicina extra ospedaliera dalla medicina ospedaliera.
Nel secondo punto però si trova
già una criticità: l’ospedale avrà una gestione a sé così come la sanità del
territorio. Quindi chi le gestisce/amministra? La risposta della legge è: «a
capo di ogni dipartimento ospedaliero è posto, ai sensi dell’articolo 17 del
Decreto Legislativo n. 502/92 e s. m. i., un Direttore di Dipartimento, scelto
tra i Direttori di Unità Operativa Complessa facenti capo al medesimo
Dipartimento». Chiaro, niente da eccepire!!!!
Si poteva fare di meglio ? Le
tre macro aree, le tre strutture amministrative che gestiscono tutto è un passo
indietro: Calabria ancora zavorra della penisola.
Best practices sono le aziende
uniche in Emilia Romagna e Sardegna: «La
Regione Emilia-Romagna ha istituito, a decorrere dal 1° gennaio 2014, l’Azienda
Unità Sanitaria Locale della Romagna, che include le ex AUSL di Forlì, Cesena,
Ravenna e Rimini. L’obbiettivo alla base dell’istituzione dell’Azienda USL
della Romagna non è fondato sul risparmio di risorse, bensì sulla loro massima
valorizzazione».
«Con la riforma della Sanità nasce in Sardegna la Asl unica che prende
il nome di Azienda per la tutela della salute (Ats) e sostituisce le attuali
otto aziende sanitarie locali. Oltre
all'Ats, in Sardegna restano l'Azienda ospedaliera Brotzu e le due Aziende
ospedaliero-universitaria dí Cagliari e Sassari. Oltre alla programmazione e
all'erogazione dei servizi, la Asl unica opererà anche come centrale di
committenza per l'aggiudicazione dei contratti di concessione e sugli appalti
pubblici, finora gestiti dalle otto Asl locali».
Informandosi si viene a scoprire
che la Stazione Unica Appaltante esiste già in Calabria (LEGGE REGIONALE 7
dicembre 2007, n. 26) anche se non per l’acquisto di tutto il necessario e per
contratti aventi un importo uguale o superiore a € 150.000.
Altro punto che facilmente salta
all’occhio leggendo la proposta di legge è la mancanza della relazione
tecnico-finanziaria «in quanto essa non
comporta nuovi o maggiori oneri di spesa a carico del bilancio regionale». La
mancanza è una disinformazione su sprechi del personale, sui troppi
amministrativi, sull’esubero dei medici nell’offerta sanitaria. Gli sprechi
sono dovuti ad una cattiva e “amichevole” distribuzione del personale. Non si seguono
regole e criteri per medici e
infermieri. L’applicazione delle stesse risolverebbe già un bel po’ di rogne. Un
altro grande spreco sono le centinaia di milioni di euro di emigrazione:
prestazioni fuori regione che potrebbero essere fatte in Calabria se ci fosse
più credibilità. È comunque la sanità calabrese che paga l’ospedale di un’altra
regione per i nostri interventi. Per un bacino di utenza di 2 milioni di
cittadini dovrebbero esserci massimo 2 cardiochirurgie, ne abbiamo ben 3 di cui
una privata. La legge dice che l’accreditamento a strutture private va solo nel
caso in cui sia sostitutiva di quella pubblica eppure abbondiamo, erroneamente perché
non eseguire un certo numero di operazioni all’anno danneggia sia le nostre
tasche ma soprattutto mette a rischio la nostra salute. Solo con l’esercizio costante della professione si garantisce il risultato
dell’operazione. È uno spreco assurdo e tocca mafia e politica.
RILEGGERE PREGO
Analizziamo i tre articoli delle
legge che “nelle intenzioni dovrebbe rivoluzionare la sanità calabrese”
anzi della «proposta di legge di
iniziativa popolare predisposta dal Movimento 5 Stelle che prevede pari dignità
per tutti gli ospedali della provincia, compreso Catanzaro, autonomia amministrativa
e gestionale per Lamezia e Soveria all’interno di un’azienda ospedaliera nella
quale le risorse provinciali siano interscambiabili e dalla quale siano tenute
distinte e separate le competenze sulla sanità territoriale. RILEGGERE PREGO». E rileggiamo la legge come
consiglia il meet up lametino.
ART. 1: Istituzione delle nuove Aziende del S.S.R. Nell’ambito del Servizio
Sanitario Regionale sono istituite tre Aziende Sanitarie Territoriali (A.S.T.)
e tre Aziende Sanitarie Ospedaliere (A.S.O.)
1) AZIENDA SANITARIA TERRITORIALE AREA NORD, che include l’Azienda
Sanitaria Provinciale di Cosenza e i Comuni attualmente in essa inclusi;
AZIENDA SANITARIA OSPEDALIERA AREA NORD, costituita dagli ospedali della città
di Cosenza e da tutte le strutture ospedaliere insistenti nella provincia di
riferimento. 2) AZIENDA SANITARIA TERRITORIALE AREA CENTRO, che include le
Aziende Sanitarie Provinciali di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone, insieme ai
Comuni attualmente in esse inclusi; AZIENDA SANITARIA OSPEDALIERA AREA CENTRO,
costituita dagli ospedali della città di Catanzaro e da tutte le strutture
ospedaliere insistenti nella stessa area territoriale.3) AZIENDA SANITARIA
TERRITORIALE AREA SUD, che include l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio
Calabria e comprende i Comuni attualmente in essa inclusi; AZIENDA SANITARIA
OSPEDALIERA AREA SUD, costituita dagli ospedali della città di Reggio Calabria
e da tutte le strutture ospedaliere insistenti nella provincia di riferimento.
Resta confermata l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” di
Catanzaro, già costituita con Decreto del Presidente della Giunta Regionale, n.
170 dell’8 Febbraio 1995, la quale, nel nuovo assetto istituzionale, di cui
alla presente Legge, è compresa nell’AREA CENTRO.
Quindi 3 aziende sanitarie territoriali + 3 aziende sanitarie
ospedaliere = 6
La Regione
intanto nomina un Commissario Liquidatore, per ciascuna delle preesistenti
Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere, cui spetta il compito di
disciplinare le modalità ed i criteri per l’assegnazione del personale alle
neocostituite Aziende. (…) Tale incarico si dovrà concludere entro GIORNI
NOVANTA, decorrenti dalla data di formale conferimento dell’incarico stesso.
Alla cessazione dell’incarico del Commissario Liquidatore, la Regione procederà
alla nomina dei Direttori Generali.
I costi dei Commissario Liquidatore non è dato conoscerli perché una
relazione tecnico- finanziaria era superflua, tanto non spenderanno più di
quanto già si spende.
E ancora: ART. 2 Disposizioni finali e transitorie. Con effetto dall’entrata in
vigore della presente Legge, sono abrogati: l’articolo 7 della Legge Regionale
11 Maggio 2007, n. 9, nel testo modificato dall’articolo 40 della Legge
Regionale 23 Dicembre 2011, n. 43; gli articoli 1 e 2, commi 1 e 3, della Legge
Regionale 12 Novembre 1994, n. 26; l’articolo 20 della Legge Regionale 07
Agosto 2002, n. 29, e successive modificazioni ed integrazioni. Con l’entrata
in vigore della presente Legge, sono abrogate tutte le disposizioni in
contrasto con essa.
Insomma tutto viene abrogato, si consulti il “manuale della Legge
Regionale” se si vuol capire qualcosa.
Ed infine l’articolo più bello: ART. 3. L’ entrata in vigore. La presente
Legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria. E’ fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e farla osservare
quale Legge della Regione Calabria.
Quindi si rispetti “obbligatoriamente”. Rivoluzione non c’è che dire.
E neanche a farlo apposta
stamattina leggevamo: «l’ansia di rinnovamento e la mentalità razionale nata
con la rivoluzione scientifica ebbero ripercussioni in tutti gli ambiti del
sapere, dando vita ad un movimento culturale chiamato Illuminismo, la cui
caratteristica basilare era la fede nei “lumi della ragione” che avrebbero
liberato l’umanità dalle tenebre dell’ignoranza, della superstizione e del
dogmatismo». Anche questo periodo storico ha ansia di rinnovamento come la
nascita del Movimento 5 Stelle dimostra.
Ci aspettiamo maggior
chiarimenti sui punti ostici della legge ed anche la relazione tecnica
finanziaria per meglio comprendere gli sprechi attuali e gli eventuali vantaggi
della stessa.
Ah per chi non abbia capito:
RILEGGERE PREGO.
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